mercoledì 29 giugno 2011

MUSEO ROSENBACH - Zarathustra (1973) ITA



Il Museo Rosenbach (inizialmente Inaugurazione del Museo Rosenbach, poi abbreviato per praticità) nacque intorno al 1971 a Bordighera, dalle ceneri di due gruppi, una cover band chiamata La Quinta Strada e Il Sistema (di cui l'etichetta discografica Mellow ha pubblicato alcune registrazioni nei primi anni novanta). Nella formazione originale del Museo Rosenbach suonava anche Leonardo Lagorio, che in seguito avrebbe abbandonato il Museo per entrare nella formazione dei Celeste. Il Museo iniziò esibendosi dal vivo in concerti in cui venivano eseguite sia cover di grandi complessi progressive britannici che brani originali.

Nel 1972 il gruppo fu contattato dalla Dischi Ricordi, che stava lanciando numerosi gruppi progressive (fra gli altri, il Banco del Mutuo Soccorso e la Reale Accademia di Musica). Con la Dischi Ricordi il Museo Rosenbach pubblicò nel 1973 Zarathustra, un album che viene spesso annoverato fra i migliori lavori del progressive italiano di tutti i tempi.[1] L'album fu comunque un insuccesso commerciale, forse dovuto anche alle erronee connotazioni politiche che gli si diedero: la copertina del vinile infatti raffigurava un inquietante volto umano grazie a un collage di vari oggetti, tra i quali compariva, per mano del grafico della casa discografica (Cesare Montalbetti, fratello di Pietruccio Montalbetti dei Dik Dik) – e in maniera meramente provocatoria – il mezzo busto di Mussolini. L'epoca e l'orizzonte del rock progressivo italiano (con la maggior parte dei gruppi dichiaratamente schierata a sinistra) del tempo non erano certo ben disposti verso raffigurazioni di tal genere; si aggiunga poi che il tema dell'album ruotava completamente attorno all'opera Così parlò Zarathustra del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, generalmente frainteso come pensatore che ispirò ideologie totalitarie, e si deduce che le smentite degli stessi membri del gruppo, ingiustamente tacciati di fascismo (basti pensare che la loro opera fu persino censurata dalla RAI) valsero ben poco nel frenare lo scarno numero di vendite che realizzò un album che fu solo molto in seguito rivalutato alla luce di quel che meritava.

Poco tempo dopo l'uscita del disco il gruppo si sciolse. Il batterista Giancarlo Golzi ebbe in seguito un grande successo commerciale con i Matia Bazar.

All'inizio degli anni novanta la Mellow Records, etichetta specializzata nel revival del genere progressive, ha ripubblicato Zarathustra e ha realizzato altri due CD, con registrazioni dal vivo e brani inediti. Nello stesso periodo i componenti del gruppo iniziarono a considerare l'ipotesi di una reunion e a comporre nuovo materiale, presentato poi dal vivo con l'ausilio di un nuovo tastierista, Marioluca Bariona. Il secondo album, Exit, è stato pubblicato nel 2000.

L'8 febbraio 2007 a Genova, in occasione del ritorno sulle scene del complesso dei Delirium, il cantante del Museo Stefano Galifi con un gruppo di giovani musicisti - sotto la denominazione di Il Tempio Delle Clessidre (dal titolo di una sezione della suite che dà nome all'album) - ha rieseguito l'intero album Zarathustra, riportandolo di fatto sulle scene dopo quasi trentacinque anni e ottenendo un grande riscontro da parte del pubblico presente. Con lo stesso gruppo ha poi inciso un album, dal titolo omonimo, pubblicato nell'ottobre 2010 dall'etichetta genovese Black Widow Records. (http://it.wikipedia.org/wiki/Museo_Rosenbach)

Tracklist:
1. Zarathustra
- 1a) L'ultimo uomo (3.55)
- 1b) Il Re di ieri (4.40)
- 1c) Al di là del bene e del male (2.39)
- 1d) Superuomo (6.25)
- 1e) Il tempio delle clessidre (2.52)
2. Degli uomini (4.04)
3. Della natura (8.28)
4. Dell'eterno ritorno (6.18)

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